Il Dialogo dell'Essere 

Il Dialogo dell'Essere

Dipinto Originale di Gioia Atzori 2024


La crescita di nuovi pensieri
è un seme nascosto, che germoglia piano piano,
io sono l'essere: cerco il cielo e vado verso l’alto,
mi innalzo come ramo verso l’infinito.

A volte trovo delle forme che mi rappresentano,
ombre, riflessi nel mondo che specchiano me stesso,
e il mondo mi rappresenta, è parte del mio volto.
A volte sono io a rappresentare il mondo,
dentro di me si compone e si dissolve,
vive e muore in ogni istante,
come un respiro eterno e fugace.

Ma come faccio a distinguere
tra il Me eterno che vive da sempre
e il me-mondo, fragile, che scompare in ogni secondo?

Chi sei tu, Me, che mi guardi,
da quale profondità mi osservi?
chi sei tu che mi chiedi di essere
ciò che io non voglio essere,
ciò che io non so ancora di poter diventare?

Allora nei miei pensieri trovo rifugio,
uno ad uno li ascolto,
li compongo in frasi, in linee di senso,
in frammenti di me, che in me abitano, e di me raccontano

e col tempo lentamente prendono posto, si allineano,
come orme silenziose,
dentro di me.


La Poesia

In questa poesia esploro il profondo intreccio tra la mia essenza e il mondo, un viaggio spirituale che mi spinge a guardarmi dentro, per comprendere chi sono davvero.

A volte mi riconosco nelle forme esterne, negli aspetti visibili del mondo: è come se l’universo mi facesse da specchio, restituendomi l’immagine di ciò che credo di essere.

In quei momenti, mi sento parte di qualcosa di più grande, fusa con l’esistenza stessa. Ma ci sono anche istanti in cui sono io a dare forma al mondo, a proiettare all’esterno i miei pensieri, i miei sentimenti.

In questi momenti, il mondo è un riflesso di me, vive e respira dentro di me, come un cuore pulsante che si fonde con la mia anima.

Ed ecco che emerge un interrogativo fondamentale, un’eterna ricerca: come distinguere tra il mio Sé eterno, l’essenza immutabile e profonda che è sempre stata, e la parte di me che si lega al mondo materiale, che cambia, vive, e muore in ogni istante?

Questa è la lotta interiore tra l’Essenza pura e il mio Io terreno, effimero, che si dissolve come sabbia al vento.

Poi mi rivolgo a quella voce profonda, a quel "Me" che mi guarda dall’interno, interrogandomi e chiedendomi di essere qualcosa che forse non desidero, che va oltre il mio desiderio cosciente.

Chi è questo "Me" che mi osserva, questa presenza silenziosa ma viva, che conosce parti di me che ancora ignoro? E chi è che insiste nel chiedermi di evolvere, di trascendere il conosciuto, anche se provo resistenza?

Così, nell’introspezione, trovo il mio rifugio.

Nei pensieri, nelle parole che sorgono da dentro, prendo i miei pensieri, uno per uno, li ascolto, e li dispongo in un ordine sacro, come fossero impronte del mio viaggio interiore.

In questo modo mi allineo alla mia vera essenza, scoprendo un percorso di verità che risuona nelle profondità del mio essere.

In queste frasi, esploro il percorso dell’anima verso l’autoconsapevolezza e l’evoluzione spirituale, un viaggio che si sviluppa lentamente ma inesorabilmente, come il germogliare di un seme.

Ogni frase svela un aspetto profondo della mia ricerca interiore e della scoperta di me stessa.

"È un seme nascosto, che germoglia piano piano, mi innalzo come ramo verso l’infinito."

Questa frase rappresenta il potenziale spirituale latente in me, come un seme nascosto che cresce a poco a poco.

Il "seme" è simbolo della mia essenza più autentica, del mio sé interiore che contiene tutto il potenziale per espandermi spiritualmente.

Germogliare indica un processo naturale di crescita, che non posso forzare, ma a cui posso solo aprirmi con pazienza e dedizione.

Il "ramo verso l’infinito" rappresenta la mia aspirazione a connettermi con il divino, con la verità ultima e l’eternità.

Man mano che cresco, mi elevo, superando i limiti della mia individualità per toccare una realtà universale.

"Chi sei tu, Me, che mi guardi, da quale profondità mi osservi?"

In questo passaggio emerge la percezione di una presenza interna, un testimone silenzioso che osserva e conosce ogni parte di me.

È come se ci fosse un "Sé superiore" che mi guarda con occhi saggi e distaccati, ma profondamente amorevoli.

Questa presenza mi conosce nelle mie contraddizioni e nelle mie potenzialità, e mi osserva dalle profondità della mia anima. Mi fa domande, mi spinge a cercare oltre, interrogandomi su chi sono veramente e su quali aspetti di me sono ancora da scoprire.

"Ciò che io non so ancora di poter diventare."

Questa frase parla di un potenziale ancora nascosto, di una versione di me stessa che non conosco ancora, ma che esiste come possibilità.

È un invito a fidarmi di questo processo, a lasciarmi guidare dalla consapevolezza che dentro di me esiste un potenziale in evoluzione, qualcosa che non posso ancora comprendere appieno.

È un invito alla fede nel mio stesso cammino spirituale, e all’accettazione che ci sono aspetti di me che emergono solo con il tempo.

"In frammenti di me, che in me abitano, e di me raccontano."

Questi "frammenti" rappresentano i vari aspetti della mia anima, ogni pezzo un’immagine, un ricordo, un sentimento o una consapevolezza di ciò che sono.

Questi frammenti abitano in me, fanno parte del mio cammino di comprensione e rivelazione di me stessa.

Sono tessere di un mosaico interiore, ciascuna con il suo significato e la sua storia, e nel loro insieme raccontano chi sono. Riconoscere questi frammenti significa accettare le varie sfumature del mio essere, integrarle e dare loro un senso.

"Si allineano, come orme silenziose."

Le orme sono simboli di un cammino, di un percorso che ho già attraversato e che mi ha portato dove sono ora.

"Silenziose" perché questo viaggio interiore avviene spesso nella quiete, lontano dagli occhi esterni.

Le orme si allineano come una traccia che mi guida, una linea sottile che mi riporta sempre alla mia essenza.

È un sentiero di introspezione e di evoluzione, un segnale del mio avanzamento, della mia capacità di connettermi a una dimensione più profonda e duratura.

Il Dipinto

Immagino i tre alberi come simboli visivi di crescita interiore e maturazione spirituale, ognuno dei quali rappresenta un passo del cammino dell’anima.

Primo Albero – Rosa chiaro

Il primo albero, di un delicato rosa chiaro, appare giovane e pieno di slancio. I suoi rami sottili si slanciano verso l’alto come germogli pieni di vita, simili a mani protese al cielo, mosse da un’energia nascente e ancora inesperta.

Le foglie, piccole e tenere, punteggiano i rami senza ordine, suggerendo la curiosità e la ricerca tipiche di un’anima che ancora non si conosce appieno ma sente l’urgenza di trovare la propria via.

Quest’albero rappresenta l’essere in cerca di se stesso, colmo di aspettative e domande, un desiderio vibrante che si nutre di sogni e incertezze. La sua bellezza sta nella freschezza, nella promessa di ciò che potrebbe diventare.

Secondo Albero – Azzurro

Il secondo albero, di un profondo e quieto azzurro, si sviluppa in modo più complesso. I suoi rami sono percorsi da linee morbide e sinuose che si curvano, formando cerchi e spirali attraverso la tecnica neurografica.

Questi cerchi, come tracciati di pensieri che tornano su se stessi, simboleggiano la riflessione e l’introspezione.

Ogni curva rappresenta un’esplorazione interiore, un giro della mente e dello spirito che ricerca connessioni, come un’anima che guarda dentro di sé per comprendere meglio il mondo e il proprio posto in esso.

Quest’albero è il simbolo dell’equilibrio tra ricerca e riflessione, un momento in cui l’essere inizia a prendere consapevolezza di sé e a riconoscere il proprio cammino, tra il desiderio di espandersi e la saggezza di fermarsi a riflettere.

Terzo Albero – Mix di Rosa e Azzurro

Il terzo albero è una fusione armoniosa di rosa e azzurro, i colori dei primi due alberi che si fondono in un’unità pacifica e completa.

I suoi rami, più spessi e definiti, racchiudono linee chiuse e dettagliate, espressione di un processo di integrazione e di maturazione.

Le forme sono solide, piene, e i dettagli suggeriscono una complessità raggiunta e accettata: qui i pensieri sono diventati esperienza, i dubbi sono stati compresi e hanno trovato il loro posto all’interno dell’anima.

L’albero rappresenta l’interiorizzazione delle conoscenze, il raggiungimento di una sintesi spirituale in cui l’essere ha integrato ogni frammento di sé. C’è una quieta sicurezza, una pienezza che racconta l’accettazione di tutto ciò che è stato appreso.

Questo terzo albero è il simbolo della maturità, dell’essere che ora comprende se stesso come parte del tutto.

Grazie per aver trascorso un pò di tempo nella mia arte.

Love,

Gioia